Via dei Gigli d’Oro (R. V – Ponte) (da via dell'Orso a Piazza Apollinare)
La via si è chiamata già "stufa delle donne", per un piccolo stabilimento termale [1] che vi esisteva.
“Le stufe erano combattute dai medici (erano tenute sudice e puzzolenti) e dalle autorità, per il meretricio che vi si esercitava. Prese il suddetto nome (dei Gigli d’Oro) dall’hosteria portante per insegna alcuni gigli d’oro, che in questo luogo esistette per lunga serie di anni, e che fu tolta quando la famiglia Vitelli, comprato tutto il locale, nel di cui pianterreno ritrovavasi la detta osteria, lo riedificò costruendovi la casa che esiste tuttora” (Rufini - 1847)
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[1] “Stufa nel ’400 e nel ‘500 si chiamava una sistemazione di ambienti e di forni e di vasche di acqua. Di solito vi erano 3 camere: in quella di mezzo v’era una caldaia grande con acqua che si faceva bollire, ed il vapore immesso in uno degli ambienti laterali (caldissimo). Nell’altro ambiente ci si facevano le abluzioni prima o dopo od anche prima e dopo il bagno nel calidario”.
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